Consonanza - vol.8 - Consonanze - Poesie - Pietro Agazzi

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Consonanza - vol. 8
Mi pare inver che a volte,
qualche remoto rintocco di campana,
ne riveli il verso e mi porti.
per un istante, in un’etra chiara,
dove alfine appare, la verità.
Gioco
(forse si, forse no)

Oggi è un nuovo giorno.......si, lo so....si sa !

Domani, un’altro giorno .....è si, lo so...si sa !

Poi un’altro ancora.............ma si, lo so...si sa !

E tu che fai, solingo passatore ?

Da quali paure rifuggi ?

Non so.....non si sa.....men so......!

E’ già, è si, hoi me.........Dormi ?
Il mare

Guarda : uno scoglio !
         
Vai, siediti, ascolta !

nello sciabordio, una voce s'ode !

Dimentica, liberati, elevati,

vai, non temere.

Una brezza leggera ti culla,
   
in un mondo nuovo.
Pasqua  19

Or che la fredda bruma,
cede alla dolce stagione, che tutto fa,
vagando va il pensier mio,
cercando semmai, or sulle novelle piane,
e più ancor sui monti, o sulle vie,
una voce che parimenti,
mi rinnovelli il cuore.

Mi pare inver che a volte,
qualche remoto rintocco di campana,
ne riveli il verso e mi porti.
per un istante, in un’etra chiara,
dove alfine appare, la verità.

Già........la verità !
Ma cos'è la verità ?

Pasqua.........!

Dolcezza (10-05-18)

Ecco..., son sbocciati i fiori di pesco!
belli, tanti, leggermente profumati.
Un’alito di brezza, mi sfiora il viso

Guardo in alto, e il cielo è azzurro.
Una mano leggera, mi accarezza.
Una musica soffusa m’inebria il cuore.

Un’arte nuova, mi ha colto :
l’arte dell’amore
che non ha volto.
In un canto

Una donna in un canto,
silente piangeva.

Una mano, passando,
accarezzò il suo viso.

Un raggio di sole
illuminò la via.

Vespro antico

Ti rammento o Vespro antico!
la dolcezza brezza a sbuffi
allettava a sereni sospiri.

Il cielo turchino, taciturno,
menava a trascesi pensieri
Il desco, parco, era pronto.

Li appesso sul prato.
qualche cinguettio, ancora,
salutava il giorno ormai provato.

Le mucche da turgido seno,
con lievi muggiti di dolore
esortavano il mungitore.

Tutto era pace!
...
...

Gli sguardi leggeri, pacati e stanchi
riflettevano lucciole nei prati
con amore, per la gioia del cuore.

Serenità (02-06-18)

Sovra traslucide nubi a pezzi,
che adombrano l’anima,
il cielo sereno, invita a trascendere
verso il più.

Sciolti lacci e laccioli,
l’io essenziale, nella sua integrità,
sublima prossimo all'infinito,
dove si estende sereno, proteso al mistero.
Libertà   (15)

Ahiiii…….che delirio !!!

Danzi davanti ai miei occhi
Provocante come una giovinetta
Che maliziosamente si propone.

Maledetta …..

Tu conosci quanti sforzi fatti per ghermirti
E quante brucianti delusioni
Sono seguite ai miei azzardi.

Ti ho donato la mia fedeltà,
ma non è servito a dissuaderti
dal tuo gioco eterno.

Alleata sei forse dei potenti,
che pur tradisci,
donando loro le tue illusioni ?

Non cercherò più di addomesticarti,
mi siederò sui miei rovesci
e ti aspetterò,

cercherò di sciogliere i laccioli
che ancora mi tengono prostrato,
speculerò sulla cruna del mio spirito

in qualche luogo sviata,
per favorirti al mio approdo,
o sfuggente libertà.

L’ultimo raggio di sole
02\01\2019
(al caro Maestro Elena Allegretti)

Fu l’ultimo raggio di sole, a portarti all'altare.
mentre voci a te note, scioglievano inni.

Ma altri inni, al bimbo di luce,
oggi la chiesa ricorda: è Natale...!

E tu, fedele al bello, non esitasti a salire sul carro,
degli spiriti alati, forse sperando

di dirigerne il coro,
forse curiosa del mondo nuovo.

A noi, qui, che restiamo a terra,
nelle mani raccolte a conca,

poniamo i ricordi che tu, Maestra
di vita e di arte, sapientemente foggiasti.

Ora, il vuoto, dentro,
come lento rintocco di campana,

risuona, vigoroso,
di te.

Il confine

Scalpitano come cavalli irrequieti
Nel mio esser vivo, i pensieri inconsci.

Nitriscono e si scompigliano
Cozzando contro il muro sottile.

Là,sullo spunto corvino mi ritraggo.
Di qua il moto, di là l’ignoto

Ed in mezzo, scisa in paziente attesa,
la speranza amica.
Il pendolo clic clic

Dal punto assoluto dell’eternità,
emana il tempo !

indifferente, silenzioso, inesorabile,
il tempo va……

Non mai pervasivo
Ti sfiora senza pietà.

Va per maremme e praterie
Per monti e per città.

Ogni clic lascia al clic
l’indugio di un nuovo clic

E tu non senti
Il rumore che fa.

Ma clic dopo clic
Autogonico se ne va………….

Sciogliendosi, con l’ultimo clic,
Nel punto assoluto dell’eternità.

Il ramingo barboncino

In un giorno fortunato, un ramingo barboncino
Se ne andava a naso all’aria, odorando a cercar cibo
Ed al fin di stritolare qualche osso da mangiare.

Giunto al piccolo giardino,bloccò il passo e si stupì.
Per cristiano sentimento un buon piatto si trovò.
Oh Oh allor pensò: che nel mondo così strano sia tornata la pietà ?
Con timore e decisione,tutto il cibo si mangiò.

Senza indugio,il giorno appresso,
ricordando, ritornò.
Oh Oh Oh Oh, finalmente qui si mangia,
è una fonte di bontà.

Poi un giorno andando a zonzo,
là vicino al cassonetto,
un nemico dichiarato con sgomento ravvisò.

Già i denti,alla battaglia, presto fuori, eran pronti,
ma il nemico non si mosse
ch’è i suoi occhi eran spenti.

Poverello, tu hai fame,vieni meco piano piano,
e dolcemente, mugugnando, alla pappa lo portò.

Oh Oh Oh Oh, Ohimè, che l’umano sia cambiato ?
Ma io questo non lo so.

Da tempo

Da tempo, non guardavo il cielo !

Due nuvolette bianche, parlano dell’arcano.

Non vanno di fretta e guardano lontano.

Sull’ali, la luce, il sole pennella.

Nel profondo sereno, il silenzio impera.

Non vi sono passioni, nè malizie, nè cattive azioni,

e il sonno eterno rimane a terra.

Che cosa le sostiene lassù tra le stelle ?

L’amore o la guerra ?
La notte che viene (05-11-2019)

Quasi sottecchi, lunghe ombre
pervadono lentamente,
i giorni che vanno.

L'autunno, con sapienti pennelli,
adorna la vita.
Foglie ingiallite danzano nella frescura.

Bacche rosse tra i rovi
si offrono generose
a famelici becchi abitatori.

Quindi, umidi cipressi
vegliano austeri
sui cimiteri visitati.

Poi corti giorni silenti
s'inerpicano verso fumose
attese, fino a quando,

una stella ammantata,
rivela un vagito di luce,
e il respiro si fa più leggero.

una subita speranza,
allo sguardo accurato,
rinnovella la vita.

La primavera,ascosa,
prepara fiori e profumi
al ritorno del sole.
Poetico divertimento
(Il canto dell’infinito)

Non più spazio, non più tempo,
non più sole, non più vento,
non c’è vuoto, ma l’immortal
che effonde il suo ”attendo”.

E' un soave, quasi impercettibile vibrar d’onde,
dai mille colori mai stanchi,
come sorti da memori rivi passati,
che tendono ancora, alla vita che fu.

Fantasmi ormai scarni,
e sciolti nel tempo,
origliano dilatati e protesi,
sperando, come sempre, all'eterno.
Diritti d'autore
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